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La Innocenti Nuova Mini è una piccola autovettura prodotta dal 1974 al 1993 dalla casa automobilistica italiana Innocenti di Lambrate.

Innocenti Nuova Mini (Mini Bertone)
Descrizione generale
Costruttore  Innocenti
Tipo principaleBerlina
Produzionedal 1974 al 1993
Sostituisce laInnocenti Mini
Esemplari prodotticirca 350.000[senza fonte]
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
LunghezzaPrima serie:
3120–3170 mm
Seconda serie:
3135–3375 mm
Larghezza1500 mm
Altezza1365 mm
PassoPrima serie:
2040 mm
Seconda serie:
2045–2205 mm
Massa638–740 kg
Altro
AssemblaggioLambrate (MI)
StileMarcello Gandini
per Bertone
Altre erediInnocenti Mille
Stessa famigliaDaihatsu Charade
Auto similiAustin Mini
Autobianchi A112
Citroën LN e Visa
Fiat 126, 127 e Panda
Peugeot 104
Renault 4 e Renault 5
Volkswagen Polo

Il contesto


Nella seconda metà degli anni sessanta, la Innocenti era guidata da Luigi Innocenti, figlio del fondatore Ferdinando. La produzione di automobili su licenza BMC (British Motor Corporation) procedeva in maniera soddisfacente e la casa di Lambrate accarezzava l'idea di una vettura interamente progettata e costruita in Italia. Fu così affidato a Nuccio Bertone e a Giovanni Michelotti, l'incarico di approntare dei progetti per una piccola utilitaria, da proporre nella fascia di mercato delle vetture da 750 cm³, da affiancare all’ormai datato modello "Mini".

Stante l'intervenuta crisi aziendale, l’idea venne provvisoriamente accantonata, per essere ripresa nel 1972, quando il settore auto della Innocenti passò di mano al gruppo British Leyland, che inviò Goeffry Robinson a dirigere gli impianti di Lambrate[1]. Robinson rimase subito colpito dalla maquette di Bertone, ma le condizioni finanziarie della Innocenti e della casa madre, non consentivano di dare rapida attuazione al progetto, che avrebbe comportato fra l’altro, la costosa realizzazione di nuovi motori e parti meccaniche. Del resto, l'uscita della Autobianchi A112, appositamente pensata per contrastare il successo della "Mini", aveva assestato un colpo durissimo alle vendite della casa milanese, che doveva subito correre ai ripari.

La maquette definitiva del designer Marcello Gandini per Bertone, giungerà così allo stadio di produzione nel 1974. Utilizzando però organi meccanici e motori della Mini tradizionale inglese, seppur migliorati ed aggiornati secondo le nuove regole del mercato (messa a punto dei propulsori per razionalizzarne le prestazioni e ridurne i consumi, con spostamento del radiatore di raffreddamento sul frontale dell'auto), facendo della Nuova Mini un’auto innovativa ed alla moda. Con una carrozzeria dal caratteristico aspetto "squadrato" (per l'epoca modernissimo), dominata da amplissime superfici vetrate, minimi sbalzi, linea vagamente a cuneo e pratico portellone posteriore.

Tecnicamente il modello, insieme alle sue successive evoluzioni saranno conosciute l’appellativo di "Mini Bertone".[2] La stampa ed il pubblico accolsero entusiasticamente la vettura, nonostante il prezzo piuttosto salato, in linea ad ogni modo con quello della migliore concorrenza diretta, in particolare della Autobianchi A112, sua diretta rivale. Tuttavia, le vicende finanziarie e di immagine della casa produttrice ne ostacolarono l’iniziale affermarsi presso il mercato, opacizzando al contempo le potenzialità dell’auto. Gli esiti di alcuni difetti tipici di inizio produzione si sommarono in pochi mesi a quelli del tracollo finanziario della Leyland Innocenti, che dovette fare i conti con gli strascichi macroeconomici delle crisi petrolifere.

L'agitazione delle maestranze Innocenti in occasione delle crisi aziendali, fece sì che le automobili nei primi periodi di commercializzazione (nonostante le richieste) venissero consegnate in forte ritardo, ed in alcuni casi mal rifinite o addirittura vandalizzate allo stadio di spedizione, con conseguente perdita di immagine per la Leyland Innocenti. La gestione De Tomaso, che subentrò alla gestione Leyland, ereditò la nuova vettura e la rimise immediatamente in produzione, raggiungendo gli obiettivi di vendita tra il 1977 ed il 1980, con un picco di successo nel biennio 1978 - 1979.

Attraverso le diverse gestioni della Innocenti (Leyland, De Tomaso e FIAT) la vettura, in tutte le sue diverse e successive evoluzioni, ebbe comunque un consenso di pubblico costante negli anni, che assestò le vendite su un livello tale da farla sopravvivere fino al 1993. Con un design quasi immutato per 19 anni, a conferma delle potenzialità dell’utilitaria che - dopo anni di oblio e dimenticatoio - risulta oggi ancor più apprezzata di quanto non lo fosse all'epoca della sua produzione.

Negli ultimi anni di commercializzazione, nelle versioni più economiche, la piccola Innocenti assurse anche al ruolo di auto meno costosa del mercato, mutando completamente il target di posizionamento che le era stato assegnato al suo esordio di "auto snob". Curioso il fatto di come la vettura vivesse pure di un mercato di sostituzione. Parecchi utenti, durante gli anni di produzione, usavano cambiare la propria Mini con una Mini delle serie successive. Le dimensioni minime e le buone prestazioni e doti di economia dell’auto, crearono anche una nicchia di discreti affezionati, che fece vivere il mercato dell'usato della Mini Bertone anche alcuni anni dopo la sua uscita di produzione.

I numeri di produzione di tale vettura sono solo stimati, sulla base dell'osservazione dei progressivi di produzione di diverse vetture. Non sono infatti disponibili per la consultazione i dati ufficiali di produzione della Innocenti, e non v'è certezza sul fatto che siano ad oggi conservati presso l'archivio Alfa Romeo di Arese o che siano andati persi.

Qui sotto viene riportata una stima del numero di vetture prodotte, stimate sulla base dei progressivi di produzione di ogni modello riportate nelle pubblicazioni "INFORMAZIONE TECNICA" del Servizio Assistenza Innocenti.

Modello Inizio produzione Fine produzione Cilindri cm³ Cavalli Tipo Alimentazione Aspirata
Turbo
Cambio Rapporti Lunghezza Larghezza Altezza Esemplari stimati
Leyland Mini 90 1974 1982 4 998 49 DGM benzina A M 4 3120 1500 1365 150.000
Mille 1980 1982 4 998 49 DGM benzina A M 4 3160 1520 1380
Mini 120 1974 1980 4 1275 65 DGM benzina A M 4 3120 1500 1365 20.000
Mini De Tomaso 1976 1982 4 1275 77 SAE benzina A M 4 3130 1530 1365 30.000
TOTALE MOTORIZZAZIONE LEYLAND 200.000
Daihatsu 3 cilindri CB21 1982 1984 3 993 52 DIN benzina A M 5 3160 1520 1370 60.000
Minitre CB22 1984 1987 3 993 54 DIN benzina A M 5 3160 1520 1370
Minidiesel 1984 1987 3 993 37 DIN diesel A M 5 3160 1520 1380 9.000
Minimatic 1984 1987 3 993 51 DIN benzina A A 2 3160 1520 1370 5.000
Turbo DeTomaso 1983 1990 3 993 71 DIN benzina T M 5 3135 1530 1375 6.000
650 1984 1987 2 617 31 DIN benzina A M 5 3160 1520 1370 13.000
990 Diesel 1986 1990 3 993 37 DIN diesel A M 5 3375 1520 1375 4.000
990 Matic CB22+CB23 1986 1990 3 993 51 DIN benzina A A 2 3375 1520 1375 1.500
990 CB22 1986 1988 3 993 54 DIN benzina A M 5 3375 1520 1375 15.000
990 CB23 1988 1990 3 993 52 DIN benzina A M 5 3375 1520 1375
Small 990 1991 1992 3 993 52 DIN benzina A M 5 3375 1520 1375
Small 990 CAT 1992 1993 3 993 50 DIN benzina A M 5 3375 1520 1375
500 1988 1990 3 548 32 DIN benzina A M 5 3212 1520 1380 35.000
Small 500 1991 1992 3 659 31 DIN benzina A M 5 3212 1520 1380
Small 500 CAT 1992 1993 3 659 30 DIN benzina A M 5 3212 1520 1380
Small 500 SE CAT 1992 1993 3 659 30 DIN benzina A M 5 3375 1520 1375 1.500
TOTALE MOTORIZZAZIONE DAIHATSU 150.000
TOTALE GENERALE MINI BERTONE 350.000

Prima serie (Mini 90/120/DeTomaso) 4 cilindri


Mini De Tomaso
Mini De Tomaso

Nata nel 1974, venne presentata al Salone dell'automobile di Torino dello stesso anno, dopo un evento pubblicitario a Saint Vincent. Meccanicamente era identica alla Mini classica, disponibile nelle versioni 90 (998 cm³) e 120 (1275 cm³).

Nel 1976 - 1977, con il passaggio di proprietà della Innocenti al gruppo De Tomaso - GEPI, fu anche proposta una versione 120 maggiorata (solito motore 1300 BL, ma di diversa messa a punto), con caratterizzazione sportiva e nuovo nome commerciale di Mini De Tomaso.

Nel 1977 - 1978 la gamma venne ampliata, attraverso le versioni SL per le due motorizzazioni. Con un migliore standard di finitura delle vetture e un listino ora composto dalle 90N, 90SL, 120L e 120SL. Sulla base della rinnovata gamma, la Innocenti ebbe la possibilità di consolidare la posizione della vettura sul mercato, grazie pure all’esportazione all’estero della piccola utilitaria, sfruttando i meccanismi della rete di vendita British Leyland.

Per i mercati esteri la vettura fu identificata con le denominazioni di Leyland Innocenti 90/120/De Tomaso, riscuotendo un buon successo soprattutto in Francia, e in minor misura, nei mercati spagnolo, tedesco e del Benelux. Per l'estero, vennero inoltre preparate alcune versioni speciali mai vendute in Italia: Bleue e Red. in Italia sarà ottenibile per un certo periodo la versione speciale della Mini 90SL, la "Koelliker", personalizzata dalla casa milanese con i paraurti e i passaruota supplementari della De Tomaso, verniciature metallizzate a due tinte, colorazioni specifiche, plancia rivestita in legno e parabrezza con antenna radio integrata. Ulteriore versione speciale per l’Italia fu la “California”, ovvero una 90SL con verniciatura bicolore, volante e plancia con finiture in legno ed a richiesta tetto apribile in tela.

Nel 1979, alla De Tomaso si accostò la " De Tomaso Special", nella sola colorazione nera, con filetti oro alle fiancate, interni specifici in stoffa monocolore e volante sportivo in pelle. Nel 1980 viene presentata la DeTomaso “super” special bordeaux, con la dotazione ulteriormente arricchita di alzacristalli elettrici anteriori e cerchi ruota in lega specifici da 12 pollici.

Nel 1980, nasce l'estrema evoluzione del modello, la Mille. La carrozzeria è simile alla 90 dalla quale deriva meccanicamente, con un restyling che la fa apparire molto più moderna grazie ai paraurti - fascioni in resina plastica, e a un sostanziale cambio nell'arredo interno, con un largo uso di velluto e moquette, che prefigurerà le sembianze delle successive Tre Cilindri in versione lusso. La Mille sarà la prima utilitaria sul mercato italiano ad avere gli alzacristalli elettrici.

Nella primavera del 1981 esce di produzione la 120 e tutte le 90 adottano i paraurti in plastica della Mille. Si studiano in questo periodo anche dei prototipi di Mini Bertone a 5 porte, che però non avranno alcun seguito commerciale.


Seconda serie (Tre cilindri/Small)


Nel 1982, alla scadenza dell’accordo per la fornitura dei motori da parte della Leyland, si iniziano a montare gli organi meccanici giapponesi Daihatsu. La particolarità di queste versioni sta nella strutturazione a tre cilindri, oggi comunemente utilizzata su automobili di fascia medio/piccola, ma per l’epoca in controtendenza, in un momento in cui le utilitarie adottavano quasi tutte propulsori a quattro cilindri. Le nuove Mini Innocenti vengono così battezzate ufficialmente con la denominazione di Innocenti Tre cilindri, e sono subito disponibili nei livelli di allestimento S, SL ed SE, con un unico motore endotermico di 993 cm3 da 53 cv (il motore 993 aspirato regalò un temperamento deciso alla piccola di Lambrate). Mentre nel 1983 arriva la Turbo De Tomaso, dotata del 993 turbocompresso, ovvero la prima Turbo in casa De Tomaso (Motore chiamato CB/DT Sanyo) particolarmente spinta, e che diverrà una sorta di icona della piccola sportività degli anni ottanta.

Nel 1984, le Innocenti Tre cilindri vengono ribattezzate Minitre, mantenendo livelli di allestimento differenziati. Vanno ad aggiungersi alla gamma la MiniMatic con cambio automatico e la Minidiesel, dotata del primo motore diesel sotto il litro sempre di 993 cm³. Derivata dalla MiniTre viene per alcuni periodi fornita una serie speciale denominata "MiniTre SE Special", nelle colorazioni nero, amaranto, grigio e marrone, con le finiture (mascherina, prese d'aria, cerchi, filetti adesivi in fiancata) color oro, e gli interni in velluto con stoffa della "Turbo De Tomaso".

Tra il 1984 e il 1986 la piccola Innocenti viene esportata in Canada tramite le versioni "AMERICA". Alla fine del 1985 alcuni esemplari di MiniTre, MiniMatic e Turbo DeTomaso con specifiche americane, vengono riconvertite a versioni nazionali e vendute sul mercato italiano, dando origine in questo modo alla serie speciale "AMERICA", riconoscibile dai logotipi sulla fiancata posteriore, dagli indicatori di direzione laterali di derivazione Maserati Biturbo, parasale ai passaruota anteriori, e da alcune minime differenze nelle rifiniture interne, residuo delle specifiche USA: spia e cicalino cinture di sicurezza (spia solo su MiniTre/MiniMatic, non su Turbo), placchetta con numero di telaio sul cruscotto, palpebra antiriflesso alla base della strumentazione, tasti dei servizi illuminati, lampada illumina quadro di riscaldamento, assenza della luce posteriore per nebbia (solo su MiniTre/MiniMatic, non su Turbo), modifica a monolampada per ogni lato delle luci di posizione posteriori (Solo su MiniTre/MiniMatic, non su Turbo).

Nel 1985, fa il suo esordio pure la Innocenti 650, dotata di un bicilindrico Daihatsu di 617 cm³ particolarmente economico e parco, prima super - utilitaria del segmento A con raffreddamento ad acqua e cambio a cinque rapporti. Mentre la Turbo De Tomaso adotta il nuovo propulsore CB60.

Nel 1986, si rispolvera il progetto della "mini lunga", che si era implementato già a fine anni '70: debutta la 990, ovvero la Mini con il passo lungo a beneficio di una maggiore stabilità nel comportamento su strada, esteticamente simile alle Mini Bertone, ma col parabrezza più inclinato ed aerodinamico, il tergi monospazzola e tanti piccoli particolari aggiornati e migliorati (paraurti, fanaleria, allestimenti interni) e sulla quale viene offerto come optional persino il condizionatore a conferma del ruolo di "piccola ammiraglia". Tra gli optional qualificanti della 990 vanno ricordati gli interni in alcantara e il tetto apribile in cristallo fumé, ottenibili sulla 990 "Serie Speciale", presentata al Salone di Torino del 1990. La 990 è disponibile con la motorizzazione a benzina 993 cc 3 cilindri (CB22) da 56 cavalli con cambio manuale, da 52 cavalli con cambio automatico e in versione sempre 993 cc 3 cilindri (CL) con alimentazione a gasolio.

I livelli di allestimento per le versioni a benzina sono 3 (S, SL e SE), per le versioni a gasolio 2 (SL e SE), mentre il matic è disponibile solo in versione SE.

Una Innocenti Small 500
Una Innocenti Small 500

Alla fine del 1987, compare a listino la 500 (carrozzeria corta), in allestimento L ed LS, con il nuovo piccolo tricilindrico giapponese da 548 cm³. Il 548 stupisce in quanto pur essendo un motore molto piccolo riesce a dare adeguate prestazioni al piccolo corpo vettura della Mini. Il successo di vendita della piccola 548 riporta in utile, per oltre un anno e mezzo, i bilanci della Innocenti.

Nel giugno 1988, il motore di 993 cm³ della Turbo e della 990 viene leggermente aggiornato, mantenendo quasi immutati gli allestimenti, ma dando vita alla nuova ed ultima serie della Turbo la CB61, dotata di una strumentazione di nuovo disegno. Nel 1990 viene prodotta l'ultima Turbo De Tomaso, canto del cigno delle piccole Mini pepate lambratesi con motore CB61. Della piccola Turbo vennero allestiti in circa otto anni, poco meno di 6.000 esemplari, di cui circa 3.000 prime serie (Motore CB-DT) e le successive divise tra le motorizzazioni CB60 e CB61.

Nel 1991, dopo l’ingresso dell’Innocenti nel Gruppo Fiat, la 500 e la 990 vengono rinominate Small 500 e Small 990; in particolare la Small 500 subisce un incremento di cilindrata pari a 659 cm³, che non porta a un sostanziale incremento delle prestazioni ma migliora l’affidabilità e la fluidità di marcia.[3]

Le nuove Small vengono anche accompagnate all’esordio da alcune Serie Speciali, dotate di interni sgargianti (Small 500 Serie Speciale) o raffinati (velluto spigato Missoni sulla Small 990 Serie Speciale) e sovente, verniciatura bicolore della carrozzeria.

Dal 1992, entrano a listino le Small con catalizzatore[4] e, nel 1993 la gamma si amplia con la 500 SE, che unisce il motore 659 alla carrozzeria allungata della 990. La produzione della piccola utilitaria lambratese si conclude però il 31 marzo 1993, mentre la commercializzazione del modello proseguirà fino alle soglie del 1994, con gli ultimi stock di vetture lasciate in giacenza alle concessionarie.[5]


La fine inaspettata del modello


Ad inizio anni '90 vennero avanzati ulteriori aggiornamenti sul corpo vettura della Mini Bertone, che però rimasero nella maggior parte dei casi allo stadio di prototipo, complici le vicende legate al passaggio di proprietà della casa automobilistica Innocenti, nonché lo scarso interesse mostrato verso questo modello da parte dei vertici Fiat.

Le ultime Small 500 SE avevano infatti adottato componenti in comune alle coeve Fiat (selleria di derivazione Fiat Panda con slitte al pianale all'anteriore). E si erano inoltre sviluppati studi e progetti per dotare la vettura di motori FIAT Fire 750 e Fire 1000, onde evitare l'importazione degli organi meccanici giapponesi, ma non se ne fece nulla.

L'uscita di produzione delle Small fu forse dettata da una logica votata al risparmio, e dalla presenza da qualche tempo sul mercato della nuova Fiat Cinquecento, senza dimenticare i mutati piani regolatori del Comune di Milano, che fecero presagire il cambio di destinazione delle aree degli stabilimenti Innocenti da industriale a zona residenziale - commerciale. Da qui forse la scelta di dismettere nel breve la produzione dell’auto, e di non ritenere opportuno (dal punto di vista economico) trasferirla in altri stabilimenti del Gruppo Fiat, pur considerando a pochi chilometri di distanza la disponibilità degli impianti dell’Alfa Romeo di Arese, ove si produceva già l’utilitaria Autobianchi Y10.


Sport e competizioni


La Mini Bertone, principalmente nell'originaria impostazione telaistica e motoristica proposta dalla Leyland, fu anche utilizzata a scopo di competizione. Tale utilizzo riprendeva nella filosofia quello tipico delle Mini inglesi, largamente utilizzate in prove rallystiche, campionati e gare automobilistiche di vario genere, in virtù della loro maneggevolezza, della proverbiale tenuta di strada e delle buone prestazioni. Se in patria alcune Mini Bertone vennero iscritte a prove di rally, in Francia la British Leyland organizzò nella seconda metà degli anni '70 uno speciale campionato monomarca su circuito, chiamato Leyland Trophee, dove gareggiavano esclusivamente Mini 120 e Mini De Tomaso.


Pubblicità e marketing


Uno dei primi esemplari di Mini 90
Uno dei primi esemplari di Mini 90

Già prima del suo debutto commerciale, la Leyland pianificò un'ampia campagna pubblicitaria per promuovere le doti stradali della Mini Bertone, auto su cui per altro si giocava il rilancio automobilistico del marchio Innocenti, da troppo tempo rimasto nel dimenticatoio, a seguito dei mancati investimenti in nuovi modelli. Così, nell'autunno 1974, fu organizzato a Saint Vincent in Valle d'Aosta un importante evento mediatico, per rimarcare presso la stampa ed il pubblico le qualità della vettura. Giornalisti specializzati vennero invitati in un grande albergo, per ammirare e testare con mano le nuove Mini, che si dimostrarono alla guida sui percorsi misti e pieni di curve della Valle d'Aosta: agili, divertenti e performanti.

Contestualmente; non di minor importanza fu la pubblicità cartacea dedicata negli anni al modello, con frasi ad effetto, del tipo: "La più grande tre metri del mondo", per sottolineare l'idea di compattezza oltre che di omologazione a cinque posti. Senza dimenticare lo slogan: "Campagna "ScattantEconoPraticOriginalSimpatic", "MiniClick" e "M-M-Mille", per rimarcare il principio dei bassi consumi in epoca di austerity. Concetti poi ripresi al debutto della gamma 90II e Mille, in cui la parola chiave fu: "Il MiniMassimo".

Nel 1976 - al salvataggio della Innocenti ad opera di De Tomaso e GEPI - vennero coniati i motti: "Ritorna il sereno su Lambrate" o "Mini Innocenti, l'abbiamo voluta tutti", così da informare i potenziali acquirenti della ripresa delle attività della fabbrica, dopo il fermo delle linee di montaggio dovuto alle difficoltà finanziarie del gruppo Leyland.

Nei primi anni '80, all'arrivo della 3 cilindri, la pubblicità fu indirizzata verso i canoni del lusso e della modernità (Campagna "Innocenti: La piccola grande Italiana"), oppure nuovamente sulle doti di economia e parco consumo (Campagna "Innocenti Tre, un quarto di strada in più), con l’originale emblema del petroliere arabo indicante il consumo che scompariva al passaggio della vettura. All'esordio della 650 2 cilindri venne poi pensato il motto: "Il massimo della praticità e del comfort, il minimo degli ingombri e dei consumi", sempre rispolverando lo slogan "Il MiniMassimo". La Gamma completa fu quindi mostrata sottolineando le vetture per la loro unicità: "L'unica tre cilindri. La più piccola matic. La più piccola Diesel. La più piccola turbo." Negli anni ottanta, di sicuro effetto si rivelò la campagna per la Innocenti 500 ("Se un parcheggio è un miraggio siete su un'auto sbagliata - INNOCENTI 500 - L'AUTO GIUSTA" ). Tra gli anni 80 e i primi anni 90 si crearono inoltre gli slogan per la 990, sottolineando le maggiori dimensioni della nuova auto (Campagna "La Grande Innocenti 990"). Al debutto delle Small si profilò lo slogan di "Piccolo è bello", oltre che una pubblicità televisiva con il sottofondo della canzone "Vieni Via con Me" di Paolo Conte, mentre l'intera gamma Innocenti venne presentata con il motto: "Innocenti, Molto di più, Niente di meno".

Una Innocenti Small 990 Serie Speciale
Una Innocenti Small 990 Serie Speciale

La pubblicità per questa tipologia di auto, unita al passaparola dei clienti si rivelò davvero vincente per le vendite della piccola casa di Lambrate, che non poteva certo spendere grosse somme in denaro in spot radiofonici o televisivi. Come invece poteva disporre il Gruppo Fiat, che in tempi analoghi pubblicizzava le concorrenti alla Mini Innocenti, le Autobianchi 112 poi Y10. Queste ultime, promosse con l'indovinatissima campagna pubblicitaria associata a personaggi famosi: "Y10 piace alla gente che piace".

Ma un altro elemento fondamentale per far conoscere la Mini Innocenti, soprattutto all'epoca della Leyland, fu quello di prestare le Mini a una discreta quantità di produzioni cinematografiche italiane, dal 1975 ai primi anni '80, sfruttando i canoni della pubblicità occulta (allora tollerata e largamente utilizzata). Non infrequente si possono infatti notare nei film del periodo le piccole Innocenti. L'apparizione più evidente è in Amici miei (1975), ma le stesse Mini sono ben visibili ed utilizzate da protagonisti di altri film, come in: Fango bollente (1975), Due cuori, una cappella (1975), Il figlio dello sceicco (1977), Squadra antitruffa (1977), Vai gorilla (1975), Di che segno sei? (1975), La pretora (1976), L'insegnante va in collegio (1978), Sabato, domenica e venerdì (1979), Al piacere di rivederla (1977), Il tango della gelosia (1981) e Vacanze di Natale (1983).

Sempre in tema di pubblicità occulta, a metà degli anni '80, si ricordano le apparizioni delle auto della gamma Innocenti come presenza fissa nello studio televisivo di "Drive In", in onda in quegli anni su Italia Uno. Le auto venivano utilizzate appunto per affollare lo studio televisivo, in cui si era ricreata l'atmosfera del parcheggio del "Drive In", nel quale la trasmissione comico satirica veniva ambientata.

Piccola auto snob, anche alcuni VIP dichiararono di averne un esemplare. Nel 1977 Mike Bongiorno viaggiava sulla sua Mini De Tomaso Special nera. Nel 1988 comparve un articolo sulla Innocenti 500LS allestita dalla Carrozzeria Pavesi per Raffaella Carrà.


Nomenclatura dei modelli


Alcune curiosità riguardo alla nomenclatura associata al modello, che possono trarre in inganno: Scaduto l'accordo con la Leyland, la vettura non poteva più fregiarsi ufficialmente del nome di Mini, marchio di proprietà dell'industria automobilistica inglese. La vettura però continuò popolarmente ad essere indicata come Mini, sia dagli automobilisti sia dalle riviste specializzate. Già da qualche anno le versioni con motorizzazione Leyland avevano abbandonato il classico logotipo a linee spigolose, che ricordavano quelle dell'autovettura, studiato appositamente per la Mini Bertone nel 1974 e palindromo per inversione (leggibile quindi anche mettendo la scritta sottosopra), battezzando appunto le versioni commercializzate negli ultimi anni di produzione semplicemente 90 II e Mille. La nomenclatura ufficiale Mini rimaneva solo per il modello DeTomaso. Da notare che all'estero la vettura non fu mai identificata come Mini, ma come Innocenti 90, Innocenti 120 od Innocenti DeTomaso, e le vetture per l'export riportavano tali marchi sulla carrozzeria in luogo del classico logo Mini. Il nome Mini ricomparve negli anni 80 associato alle versioni tre cilindri, a formare la nuova denominazione commerciale di MiniTre. Successivamente, verso la fine degli anni 80, il nome Mini fu definitivamente e ufficialmente abbandonato in favore della nomenclatura numerica 500 e 990, successivamente mutata in Small (piccolo in inglese, concetto affine a Mini).

Una sintesi non esaustiva ma esemplificativa dell'evoluzione della Gamma durante gli anni di produzione, può essere sintetizzata come segue:


Gamma "Leyland Innocenti" (1974-1976)


Motorizzazioni: Leyland Serie A 4 cilindri 998 cm³ per la 90, 1275 cm³ per la 120, entrambi a benzina. Trasmissione manuale a 4 rapporti.


Gamma "Nuova Innocenti" (1976-1982)


Motorizzazioni: Leyland Serie A 4 cilindri 998 cm³ per la 90, 1275 cm³ per la 120, entrambi a benzina. Trasmissione manuale a 4 rapporti.

Versioni speciali:

Nota: Ulteriore suddivisioni gamma 90/120: Versioni MY 77-78 con mascherina comandi a due tasti servizi, sedili senza avanzamento maggiorato e ribaltamento non a pantografo. Versioni MY 79 con mascherina comandi servizi a quattro tasti, sedili ad avanzamento maggiorato, adozione sull'allestimento SL di cerchi ruota "Tipo 120" e vetri a compasso posteriori. Versioni MY 80 con nuovi sedili a poggatesta incassato, con differente sgancio di ribaltamento e rotella per reclinare e diversi rivestimenti in tessuto in luogo del velluto quadrettato.


Gamma "Innocenti tre cilindri" (1982-1984)


Motorizzazioni: Daihatsu 3 cilindri 993 cm³ aspirato o turbo. Trasmissione manuale a 5 rapporti.

Nota: Le Innocenti Turbo De Tomaso per l'esportazione in mercati con particolari limiti di emissioni (es. Svizzera, Canada) montano sempre motore CB60.

In alcune comunicazioni commerciali della Casa, la gamma è identificata anche come "Innocenti 3".


Gamma "Innocenti Minitre" (1984-1987)


Motorizzazioni: Daihatsu 3 cilindri 993 cm³ aspirato o turbo benzina, Daihatsu 3 cilindri 993 cm³ aspirato diesel. Trasmissione manuale a 5 rapporti o automatica.

Note: Versioni America con catalizzatore per esportazione in Canada;

Le versioni America riadattate a specifiche europee e decatalizzate, sono state commercializzate in Italia e in Francia come serie speciale "America". Le versioni America tre cilindri aspirate, riportano sul portellone il logo "3 Cilindri" della precedente gamma "Innocenti Tre Cilindri".


Gamma "Innocenti 650" (1984-1987)


Motorizzazioni: Daihatsu 2 cilindri 617 cm³ aspirato benzina. Trasmissione manuale a 5 rapporti.


Gamma "Innocenti 990" (carrozzeria passo lungo) (1986-1990


Motorizzazioni: Daihatsu 3 cilindri 993 cm³ aspirato benzina, Daihatsu 3 cilindri 993 cm³ aspirato diesel. Trasmissione manuale a 5 rapporti o automatica.

Versione speciale:


Gamma "Innocenti 500" (1988-1990)


Motorizzazioni: Daihatsu 3 cilindri 548 cm³ aspirato benzina. Trasmissione manuale a 5 rapporti.


Gamma "Innocenti Small" (1991-1993)


Motorizzazioni: Daihatsu 3 cilindri 993 cm³ aspirato benzina, anche catalizzato (Small 990 CAT), Daihatsu 3 cilindri 659 cm³ aspirato benzina, anche catalizzato (Small 500 CAT). Trasmissione manuale a 5 rapporti.

Carrozzeria a passo corto su Small 500 L ed LS, carrozzeria a passo lungo su Small 500 SE CAT (serie limitata) e Small 990 SE.

Versioni speciali:

Nota: Small 990 SE non catalizzata sempre con verniciatura bicolore (montanti e tetto antracite opaco, tranne per la serie speciale Missoni, in mono-colore bordeaux), Small 990 SE CAT con verniciatura monocolore. Fanno eccezione le primissime CAT che sono bicolore, in quanto catalizzate dopo la produzione durante lo stoccaggio.


Versioni rimaste allo stato di prototipo


Vetture mai entrate in produzione in serie:


Versioni speciali


Fuoriserie di carrozzieri autonomi:


Raduni commemorativi


Il 12 giugno 2011 un gruppo di appassionati ha spontaneamente organizzato il primo raduno di Innocenti Mini Bertone, presso gli ex stabilimenti Innocenti di Lambrate. Al raduno hanno partecipato diverse vetture provenienti da tutto il Nord Italia.

Il 2 giugno 2012 c'è stato il secondo raduno delle vetture.


Note


  1. Innocenti Mini 90 N - 500 LS, storia e caratteristiche, su automobilismo.it. URL consultato il 1º settembre 2014.
  2. La «Mini» punta sulla regola del tre e su l'abito nuovo che le ha «cucito» Bertone (PDF), su archivio.unita.news, 11 novembre 1974. URL consultato il 14 agosto 2021.
  3. Le «city car» dell'Innocenti rilanciate col nome «Small» (PDF), su archivio.unita.news, 26 novembre 1990. URL consultato il 14 agosto 2021.
  4. Innocenti: anche la Small «base» è catalizzata (PDF), su archivio.unita.news, 5 ottobre 1992. URL consultato il 14 agosto 2021.
  5. CRISI MASERATI ULTIMO GIORNO PER LAMBRATE, su ricerca.repubblica.it, 30 marzo 1993. URL consultato il 14 agosto 2021.
  6. Quattroruote luglio 1984, pag. 156

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[de] Innocenti Mini (Bertone)

Der Innocenti Mini war ein italienischer Kleinwagen, der ab 1975 vom Mailänder Automobilhersteller Innocenti produziert wurde. Der Wagen basierte technisch auf dem Mini von British Leyland, hatte aber eine eigenständige, von Bertone entworfene Karosserie, die ihn wesentlich moderner erscheinen ließ. Ausgestattet mit 0,9 oder 1,2 Liter großen Vierzylindermotoren, wurde er zunächst unter den Bezeichnungen Mini 90 bzw. Mini 120 verkauft. Später kamen andere Motorisierungen und Modellbezeichnungen hinzu. Ab 1982 emanzipierte sich der italienische Kleinwagen von seinen britischen Wurzeln. Er erhielt japanische Antriebstechnik und wurde mehrfach überarbeitet. Zu dieser Zeit legte er auch die Bezeichnung „Mini“ ab. Die Wagen wurden daraufhin nach der Größe ihres Hubraums benannt. Nachdem Fiat 1991 die Anteilsmehrheit an Innocenti erworben hatte, lief die Produktion des Kleinwagens aus; 1993 wurde der letzte Innocenti Mini hergestellt.

[en] Innocenti Mini

The Innocenti Mini is an automobile introduced by Innocenti in 1974. The vehicle was a rebodied, three-door hatchback version of the Mini, styled by Bertone. A five-door prototype was developed around 1980, but was never put into production. After having been sold to De Tomaso in 1976, the Innocenti Mini ended up being powered by Daihatsu-sourced three-cylinder engines and continued in production in incrementally updated forms until 1993.

[fr] Innocenti Mini Bertone

L'Innocenti Mini Bertone est une petite voiture produite de 1974 à 1993 par le constructeur italien Innocenti sur un design du carrossier Bertone.
- [it] Innocenti Nuova Mini



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